con gli studenti della sezione carceraria del Primo Liceo Artistico di Torino
regia di Claudio Montagna
Quel ragazzo non era uno che uccide. Perché, allora, lo aveva fatto? Quale strada sbagliata aveva intrapreso? Oppure, chi ve lo aveva spinto? Un dolore infinito, il pentimento, l’oltraggio all’onestà della sua famiglia. Il desiderio di essereperdonato, e poi sarebbe stato disposto a scontare tutta intera la sua pena. In cella impiegò un mese per scrivere ai figli della donna uccisa la sua richiesta di perdono: una lettera di ottantaquattro pagine. Voleva spiegare che la sua vita non era stata altro che la sfortunata china di un giovane che avrebbe voluto salire anziché inabissarsi, volare anziché cadere… ma che, fragile, incapace di resistere alle tentazioni delle cattive compagnie, si era perso nel buio della disonestà.
La lettera termina con la data 4 maggio 1919, si trova negli archivi del museo Lombroso di Torino che ce l’ha fatta conoscere.
Non si sa se sia servita al suo scopo.
Del ragazzo non si hanno altre notizie.
Un salto temporale di sessant’anni, un vecchio di nome Antonello vive il tormento di non poter rimediare a un’antica colpa, perché chiedere perdono non basta. Però, come si rimedia a un delitto? Un gesto di oggi potrà ancora servire a qualcosa?
Rappresentazione liberamente ispirata a una richiesta di perdono e nata dal laboratorio teatrale annuale condotto nell’ambito del progetto Per Aspera ad Astra
ingresso pubblico ore 19,30, lo spettacolo inizierà alle ore 20,30.